sabato 6 febbraio 2016

Convocazione riunione mercoledi’ 17 febbraio 2016 alle ore 18,15

Care socie e cari soci è convocata per  mercoledì 17 febbraio 2016 alle ore 18,15 presso la Casa dell’Ospitalità la prima assemblea annuale dell’Associazione Panchina Calda per discutere e decidere sul seguente odg.

1) Rinnovo adesioni soci che a norma di statuto si articolano in:
         soci ordinari con contributo di euro 10,00;
         soci sostenitori, con contributo volontario di oltre 10,00 euro;
         soci onorari.
         Su proposta del comitato direttivo si sottopone la candidatura a socio onorario di Serena Nono.

2) Approvazione rendiconto consuntivo 2015

3) Approvazione bilancio preventivo 2016.

4) Accettazione adesione nuovi soci

5) Presentazione linee programmatiche attività 2016

6) rinnovo cariche sociali quali:
      Presidente
      Tesoriere
      Segretario
      Comitato Direttivo

7) Varie ed eventuali.

Considerata l’importanza di questo annuale impegno assembleare, se ne raccomanda la partecipazione attiva delle persone già socie e se ne auspica l’inclusione di altre con nuove adesioni.

Saluto cordialmente,

la presidente

Francesca Corso

lunedì 1 febbraio 2016

Riflettendo

Cara Checca,

 la faccia desolata di una realtà che è emersa, purtroppo da un articolo giornalistico, invece che affrontata e rimediata preventivamente, mi ha fatto molto riflettere.
Penso e parlo per me, ma potrebbe riguardare anche altri, altre, che poco sappiamo della vita "vera" degli ospiti.
Io, per esempio, non ero mai salita nelle stanze, non so perché. Delicatezza? Anche, ma non solo.
C'è una inconsapevole distanza, oppure sappiamo già a priori che certi ragionamenti non possiamo affrontarli? Problemi di restauro, strutture fatiscenti... noi cosa possiamo fare?
Certo, possiamo denunciare, richiamare alle responsabilità politiche...
E noi? Macerati fra la voglia di abbandonare l'assistenzialismo e il desiderio di "dare" cose diverse che si chiamano ricostruzione, voglia di rinnovamento, di restituzione di elementi di civiltà, noi ci siamo fatti scappare da sotto gli occhi la vera e propria emergenza. Dirai che non ci competeva, ma anche sì.
Ora: è andato un medico, ha visto e si è indignato. Se non avesse fatto il medico, ma un altro mestiere, sarebbe un cittadino di Mestre che non sa niente della Casa dell'Ospitalità, delle case di riposo, per non parlare delle carceri e altro ancora.
L'invisibile ha la meglio sullo sguardo, pare.
Ma anche noi abbiamo viaggiato nell'illusione (meritevole) di riuscire a sensibilizzare, a smuovere e rimuovere quella realtà: in fondo senza conoscerla abbastanza.
Penso ci sia un problema di fondo che dovrebbe riguardare la complessità di un luogo di accoglienza, la disponibilità degli operatori, la buonafede di chi a vario titolo ci lavora e la funzione delle istituzioni, i tempi, i modi in cui intervenire.
Se credi di voler girare questa riflessione, fallo pure.

Un bacio, andreina